lunedì 18 marzo 2013

Flood!


FLOOD!

E una dura dura pioggia cadrà


Illustrazione di Erik Drooker di New York sommersa
tratta da Flood!
I'm a-goin' back out
'fore the rain starts a-fallin',
I'll walk to the depths
of the deepest black forest,
where the people are many
and their hands are all empty,
where the pellets of poison
are flooding their waters,
where the home in the valley
meets the damp dirty prison,
where the executioner's face
is always well hidden,
where hunger is ugly,
where souls are forgotten,
Where black is the color,
where none is the number,
And I'll tell it and think it
and speak it and breathe it,
and reflect it from the mountain
so all souls can see it,
then I'll stand on the ocean
until I start sinkin',
but I'll know my song well
before I start singin',
And it's a hard, it's a hard,
it's a hard, it's a hard,
it's a hard rain's a-gonna fall

Hard Rain – Bob Dylan

Flood! (2004, Black Horse) È l’opera prima di Erik Drooker, autore e illustratore statunitense nato e cresciuto a Manhattan. È un’opera che già alla prima lettura lascia completamente senza fiato. Il volume si compone di tre racconti, tre testimonianze allucinate e claustrofobiche di New York narrate da uno stile unico, caratterizzato da un tratto nervoso e stilizzato capace di realizzare grandi tavole dove il nero scurissimo della china fa emergere, quasi come da un abisso senza tempo, immagini ricurve e contorte di personaggi, luoghi e situazioni metropolitane. Drooker costruisce le tavole piegando all’estremo la prospettiva, dandoci inquadrature traballanti, storcendo le figure al limite del possibile raggiungendo un effetto espressivo davvero formidabile. La città, con i suoi via vai di persone, i suoi spazi angusti, le sue scalinate impervie, i suoi vicoli fumosi, è sicuramente la protagonista indiscussa. Ci troviamo immersi in un crogiolo di genti, di urla, di graffiti tribali, di palazzi pendenti che incombono sulle strade che, come fiumi, si fanno spazio a forza nel cemento. I tre racconti sono una escalation di tensione, di stress allucinato e allucinante. Facendo scorrere le tavole è come se sentissimo i passi del protagonista farsi largo tra la folla, entrare in locali fatiscenti, scappare dal dolore di una società alienata e degradata, scendere nella metropolitana che si trasforma in uno spazio ancestrale popolato da belve feroci e piante preistoriche, quasi un viaggio a ritroso scendendo progressivamente verso le proprie origini per poi risalire di nuovo e ritrovare la strada di casa. Il capitolo finale è un vero capolavoro narrativo. La vicenda personale del protagonista finisce per assumere toni universali. L’atto della creazione artistica viene celebrato in tutta la sua potenza e prende addirittura vita nella realtà. La città, come nelle immagini che il protagonista disegna nel suo appartamento, viene battuta da un violentissimo diluvio che finirà per sommergerla del tutto, compreso il nostro protagonista. Sul suo cadavere galleggiante troverà la salvezza il suo gatto, disegnato da Drooker con un cuoricino sul petto, quasi fosse una diretta eredità del suo padrone.
La solitudine del felino sarà interrotta dall’arrivo di una sorta di Nuova Arca di Noè che lo trarrà in salvo. Questa ultima tavola rappresenta una nuova speranza, infatti, questa arca che naviga tra gli squali sopra i grattacieli sommersi della vecchia metropoli, simbolo della vecchia civiltà umana, è senz’altro il segno di una nuova era e di una rinascita.

Copertina Flood! edizione speciale, 2007.
Contenete l'introduzioni di Luc Sante, schizzi preparatori, lavori addizionali ed l'intervista dell'autore.


Premi:
Vincitore dell'American Book Award
New York Times notable book of the year 
Los Angeles Times fiction prize finalist 

Per saperne di più sul volume:

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