L'Alcolista: una stravolgente opera (quasi) autobiografica
"Voglio essere chiaro l'alcolista è solo un'opera di finzione". Jonathan Ames non usa giri di parole per descrivere "L'Alcolista", la sua prima avventura fumettistica scritta dallo stesso Ames, disegnata da Dean Haspiel e pubblicata da Vertigo.
La domanda che ci si pone prendendo per vere le parole di Ames a proposito di quest'opera è: chi è l'alcolista protagonista della vicenda? Si chiama Jonathan A. e ricorda molto da vicino lo stesso Ames. La storia raccontata non è una biografia dello scrittore, tuttavia Ames riprende alcuni ricordi della sua esistenza e li attribuisce al personaggio mischiandoli con altri avvenimenti del tutto inventati. Lo stile della narrazione è sicuramente biografico e più volte viene da chiedersi se gli eventi raccontati abbiamo un rapporto più o meno stretto con la reale vita dell'autore, ma tutto sommato, ai fini della lettura, rispondere a questo quesito non è poi così importante.
Il protagonista è uno scrittore alcolizzato e perennemente tormentato che ricorda alcuni momenti della sua vita. Si parte parte dall'adolescenza e dal primo contatto con l'alcol che si trasformerà ben presto in un rapporto continuo e distruttivo, vera costante di tutto il racconto. Gli anni della giovinezza sono caratterizzati, oltre che dall'abuso di alcolici, dal rapporto di amicizia con un ragazzo, Sal, il miglior amico di Jonathan che sfocerà, appena prima del college, in un rapporto sessuale tra i due. Questo fatto sconvolgerà Jonathan, aprendo le porte ad un tumulto interiore che lo condizionerà per sempre, sfasandone il rapporto con la sessualità e aprendo una complessa riflessione sull'amore e sull'amicizia.
In seguito si passa agli anni dell'università. Relazioni difficili con varie ragazze, eccessi continui, la morte dei genitori, l'amore per la scrittura e la letteratura, il dolcissimo rapporto con la zia e, come sempre, l'alcol, un sottofondo che sembra accompagnare il protagonista in ogni passo della sua esistenza fino all'età adulta.
L'equilibrio psichico di Jonathan è sempre in bilico, la sua vita è un continuo sali e scendi di emozioni, di stati di confusione, di momenti di euforia e di tristezza, di reazioni violente e periodi depressione. Il lettore è catapultato in un cosmo underground popolato da personaggi improbabili, prostitute e spacciatori, uomini distrutti, orge a base di droga, sbronze notturne, persone disperate che si addormentano nei bidoni della spazzatura, donne fatali, indecifrabili e sensuali, giovani malati di Aids, vecchi alcolizzati che rimpiangono la loro vita buttata.
L'alcolista è molto più che una vicenda personale, infatti intorno a Jonathan si muove tutto un mondo cittadino frenetico e irrequieto, molti personaggi entrano ed escono dalla scena, irrompono eventi stravolgenti come l'attentato dell'11 settembre che sconvolge il protagonista e il mondo intero o aneddoti simpatici come l'incontro con Clinton o con Monica Lewinski.
Sono presenti inoltre riflessioni sulla morte, sul senso delle relazioni, sulla ricerca dell'amore e di un sentimento profondo che possa dare senso alla vita. Jonathan è sempre alla ricerca di qualcosa che lo faccia stare attaccato alla realtà, che non lo costringa a perdersi nel mondo annebbiato dell'alcol dove sembra voler scappare per non soffrire, per non dover sopportare la pesantezza della vita. Esemplare, da questo punto di vista, è la tormentatissima storia d'amore con una ragazza più giovane di lui che lo abbandonerà e diventerà per lui una vera ossessione. Sarà una costante corsa per restare attaccato ad un pezzo di vita che si sbriciola irrimediabilmente e diventa a poco a poco solo uno spettro al di là del telefono; "se il telefono non squilla, sono io" si ripeterà più volte Jonathan aspettando una chiamata che non arriverà mai.
Lo stile letterario di Ames è puramente letterario, sono presenti moltissimi riferimenti a Fitzgerald, a Hemingway e a Kerouak che per un certo punto della vicenda diventerà un vero e proprio alter-ego del protagonista.
L'autore ci offre nel complesso una storia dura, malsana, allucinata e disturbante, che non pecca mai di retoricità e sentimentalismi gratuiti. L'eccesso è sempre presentato in modo sincero e cristallino, senza abbandonarsi all'artificiosità dello scandalo a tutti costi, mettendo in gioco in ogni momento le debolezze e la fragilità del protagonista. Ames lascia a noi il giudizio su questa dolorosa tempesta esistenziale che attesta in maniera lucida e inesorabile la vulnerabilità umana e il peso della vita sotto al quale è molto facile crollare.
I disegni di Haspiel sono precisi, minimali, spigolosi e graffianti sono sicuramente funzionali alla vicenda narrata e si integrano i modo perfetto con i testi di Ames.
In definitiva, L'alcolista, è un'opera poderosa e commovente, che riesce a toccare temi di grande importanza e delicatezza facendocene sentire il peso, ma nello stesso tempo condendoli con un alone di perenne sarcastica ironia. Sicuramente una graphic novel da leggere e rileggere, un vero capolavoro.