lunedì 17 giugno 2013

D'Urbino-Lomazzi

D'Urbino-Lomazzi: passione, ricerca e funzionalità per un design immerso nella realtà e nella consapevolezza della sua portata storica e quotidiana.


Il 19 Giugno 2013, presso il Castello Sforzesco a Milano, alle ore 17.30 nella Biblioteca Trivulziana verrà presentato il libro "L'archivio De Pas-D'Urbino-Lomazzi" a cura di Maria Teresa Feraboli. Il libro propone una lettura del tutto inedita dell'opera dei progettisti attraverso le carte dell'archivio, organizzate e catalogate da M. T. Feraboli dal 2010 ad oggi. Oltre al libro verrà pubblicato anche un catalogo multimediale sul portale tematico Lombardia Beni Culturali nella sezione archivi storici. 
Lo studio De Pas-D'urbino-Lomazzi (solo D'Urbino-Lomazzi dopo la scomparsa di De Pas nel 1991) rappresenta una delle esperienze più significative del design italiano. Questo gruppo di progettisti ha infatti saputo dare un apporto unico al mondo del design italiano in Italia e in tutto il mondo. Nelle scorse settimane ho avuto il piacere e l'onore di poter assistere ad alcuni interventi di questi due maestri riguardo i temi del processo progettuale e dell'esperienze degli anni '60 e '70 riguardo i gonfiabili. Inutile sottolineare quanto illuminante sia stato potersi confrontare con personaggi di questo calibro, che ancora oggi riescono a mantenersi in sintonia con la contemporaneità e realizzare oggetti stupendi. Ma ciò che davvero mi ha colpito è l'atteggiamento con il quale si sono posti ed hanno raccontato il loro lavoro, non un accenno di superbia o vanto, ma solo un'immensa passione. Spesso il design oggi è visto come un gioco, il fare oggetti estetici che dimenticano la funzione, il designer diventa un personaggio pubblico che vende se stesso insieme ai propri oggetti. Ma tutto ciò che ci circonda è disegnato, il mondo intero è il campo del design. Ovunque ci giriamo vediamo oggetti che non funzionano in termini di durabilità, ergonomia, costo, funzione ed estetica. Nonostante un'esperienza di più di quarant'anni questi maestri del design italiano hanno ancora uno sguardo seminale e limpido, navigano con occhi fanciulleschi nella realtà, sapendo cogliere le piccole cose e gli spunti creativi dai mondi più disparati. Non hanno fatto del loro nome un marchio di qualità, ma lo hanno fatto del loro lavoro, del loro approccio progettuale, creativo e funzionale. Io ne sono rimasta davvero affascinata. Consiglio vivamente di sfogliare questo archivio e partecipare all'evento del 19 Giugno per vedere come il design possa essere vicino al pubblico, rappresentato da persone che ne hanno scritto la storia, ma non hanno bisogno di vendere un'immagine, fare colpi di testa o vestirsi in modo eccentrico. Il design, prima di tutto, è ricerca e innovazione e bisogna dunque mantenere una mente aperta su ciò che ci circonda e muoversi con passione frenetica e sincera nelle pieghe della realtà, nei suoi continui mutamenti, per plasmare l'ambiente e il nostro stile di vita in modo funzionale, sostenibile e meraviglioso. Questi progettisti rappresentano a pieno la consapevolezza della portata teorica e pratica del loro lavoro e per questo ritengo sia prezioso incontrare la loro esperienza e il loro pensiero per vedere come il design possa essere un'ulteriore via di interpretazione e apertura sulla quotidianità.


Blow, Zanotta, 1967

 
Joe, Poltronova, 1970

Sciangai, Zanotta, Compasso D'oro 1979

Valentina, Valenti, 1985


Per saperne di più:
http://www.durbinolomazzi.it/
http://www.adi-design.org/blog/l-archivio-de-pas-d-urbino-lomazzi.html

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