lunedì 26 maggio 2014

East of West


Su questo blog abbiamo già più volte parlato di Jonathan Hickman e ne abbiamo parlato sempre molto bene. Di questo autore ho letto Pax Romana, The Nightly News, Red Wing e The Manhattan Project e, ad eccezione di Red Wing, che considero un po' sottotono ma comunque valido, ho trovato tutti gli altri dei gran bei fumetti, dotati di una originalità spregiuticata ed una fluidità narrativa davvero sorprendete.
Posso tranquillamente dire che Hickman, a questo punto, rientri tra i miei sceneggiatori preferiti e che per questo, ormai, prendo le sue opere quasi a scatola chiusa. Seguendo questa logica, ho da poco preso il primo numero di East of West, scritto dallo stesso Hickman, disegnatoda Nick Dragotta, colorato da Frank Martin e pubblicato da Panini.
Il volume non ha tradito le mie aspettative e la mia ingenua fiducia nel suo sceneggiatore ha continuato ad essere confermata se non addirittura aumentata. East of West parte alla grande.
Come sempre, cercare di riassumere in poche parole la trama di un fumetto scritto da Hickman non è cosa semplice, ma ci proveremo.
Inizia tutto con un misterioso risveglio. Tre creature dalla sagoma umanoide, come zombie appena risvegliati, affiorano faticosamente sulla terra. Uno verdognolo e scheletrico, l'altro un bambino dalla pelle rossiccia, con un frangione di capelli scuri e lo sguardo furbastro, mentre l'ultimo è un ragazzotto cicciotto tutto blu.
Pestilenza, Guerra e Carestia. I cavalieri dell'apocalisse sono tornati e hanno queste sembianze. Il loro ritorno segna l'inizio della fine del mondo, un destino che era già stato scritto, un progetto che da anni sta aspettando il momento in cui sarà compiuto. Tuttò iniziò quando una cometa  piombò sulla terra, facendo cessare una guerra civile ventennale, accompagnando la scrittura del secondo libro della Apocalisse, per mano del profeta Longstreet e la visione di Nuvola Rossa, il capo dell'Eterna Nazione Indiana. Le parole scritte da Longstreet e quelle raccontate al consiglio degli anziani da Nuvola Rossa, formano il "Messaggio", una narrazione criptica che sa di rivelazione, incompleta ed insolvibile, fino al giorno del suo compimento.
Il ritorno dei Cavalieri dell'apocalisse segna quel giorno e lo svolgimento della loro terribile missione è ciò che porterà alla fine del mondo.
Tutto dovrebbe andare secondo i piani, ma, come tutti noi sappiamo, i cavalieri dell'Apocalisse dovrebbero essere 4 e non 3. Dov'è dunque finito il quarto cavaliere? Dov'è finito Morte? 


Quest'ultima domanda è la questione principale intorno alla quale tutto l'intreccio immaginato da Hickman si muove e prende forma. Morte, infatti, ha disertato. Egli ha abbandonato i suoi compagni per recuperare qualcosa che gli è stato tolto, qualcosa che risulta per lui così importante da fargli dimenticare la sua missione. Che cosa sta cercando Morte? Quali saranno le mosse dei tre cavalieri per ritrovare il loro compagno e, in accordo con i leader mondiali, raggiungere il loro definitivo obiettivo?
Come al solito Hickman mette tanta carne al fuoco. In East of West si mischiano rimandi biblici, atmosfere e congegni fatascientifici, duelli, costumi e ambienti degni di un western, in un meltin-pot che, come sempre, per quanto bizzarro possa sembrare, riesce ad essere gestito in maniera magistrale dall'ottimo sceneggiatore americano.



I dialoghi alternano toni mistici, linguaggio colloquiale e battute dissacranti, confermando, anche sul piano prettamente linguistico, l'abilità di Hickman nel giocare con diversi piani stilistici. Come sempre, questa estrema versatilità della sceneggiatura e dell'impianto narrativo, permette un'ottima caratterizzazione di ogni personaggio, che si delinea a poco a poco con un preciso modo di essere ed agire, fissandosi ben presto nella mente del lettore, senza, tuttavia, mai stilizzarsi in tipizazzioni e clichè triti e ritriti.



Fino ad ora abbiamo parlato della trama ed elogiato il lavoro di Hickman come sceneggiatore, ma, a mio parere, uno dei punti più validi di East of West risiede nell'aspetto grafico. I disegni di Dragotta, infatti, sono a dir poco splendidi. Con tratto marcato e spigoloso, ma allo stesso tempo fluido e dinamico, il disegnatore ci pone di fronte a personaggi dotati di grande carisma visivo, dettagliati e tutti originalmente caratterizzati. Lo stesso discorso vale per i luoghi dove si svolgono le vicende. Nulla è mai lasciato al caso: si passa da grandi distese desertiche ad interni crepuscolari, da alti grattacieli futuristci a palazzi che ricordano un immaginato oriente medioevale. I disegni si adattano perfettamente ad ogni situazione proposta dalla narrazione di Hickman, risultando molto efficaci sia nei momenti di dialogo e introspezione sia nelle sequenze più action, arrivando, proprio in queste ultime, a toccare vette di dinamicità davvero notevoli. Tutto il talento e la creatività di Dragotta vengono esaltati e illuminati dai brillantissimi colori di Martin. Ogni pagina è un piacere per gli occhi.


Per concludere, East of West è un fumetto davvero interessante, solido nella trama, accattivante nella sua mistione di generi e dotato di un comparto grafico davvero spettacolare. Consigliato a chiunque ami gli autori e le opere che non hanno paura di osare, di confrontarsi con una gran quantità di stimoli e atmosfere differenti, pur mostrando sempre coerenza e intelligenza nel districarsi in questa varietà. 






4 commenti:

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    1. A me è piaciuto molto, spero possa piacere anche a te in ugual modo.

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  2. Non so, non definirei Pax Romana "fluido". Io l'ho detestato abbastanza ed è l'unico fumetto di Hickman che abbia letto. Dalle immagini questo mi sembra più accessibile e raccontato in maniera più convenzionale. Magari, visto che ne parlano così bene, ho solo scelto l'opera sbagliata!

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    1. Ciao Salomon. Pax Romana, delle opere di Hickman, è sicuramente la più verbosa e meno fluida che ho letto. C'è molto testo, ma la parte dialogica non è predominante e questo porta, sicuramente, una mancanza di fluidità della lettura. La parte grafica assomiglia di più all'infografica che al fumetto, ma tuttavia a me è cmq piaciuto molto. Comunque se hai trovato Pax Romana non nelle tue corde, questo East of West potrebbe piacerti di più. Ha una struttura nettamente più classica che risponde molto più agevolmente alla narrazione prettamente fumettistica, la trama è ben raccontata e i disegni sono splendidi a mio parere. Quindi, se hai voglia di dare un'altra possibilità a questo autore (che a me piace tantissimo, ma è questione di gusti ovviamente) questa potrebbe essere l'opera da cui partire;)
      Ti ringrazio per il tuo commento e per la possibilità di dialogo
      A presto
      Matteo

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