domenica 1 giugno 2014

Arcadi

Una nuova casa per il design.


Lo scorso 8 Maggio sono stati conclusi i lavori di selezione del concorso di idee per la realizzazione del nuovo Museo del Compasso D'oro. Il concorso indetto lo scorso anno, frutto della collaborazione tra il Comune di Milano e ADI, Associazione per il Disegno Industriale, riguarda la realizzazione degli nuovi spazi per la sede dell'ADI, in porta Volta, nell'area ex Enel tra via Cenisio e via Bramante. Il progetto, la cui realizzazione è previsto entro il 2015, ospiterà la collezione permanente storica del prestigioso premio, ovvero gli oggetti raccolti dal 1954 ad oggi. Lo spazio aperto al pubblico è destinato a diventare la "casa milanese del design", fulcro e raccolta di ispirazione per progettisti, studenti ma anche appasionati e curiosi. 




Il progetto scelto tra i tre selezionati per l'accesso alla seconda fase è stato Arcadi, presentato da Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi.
La Giuria, composta da Cino Zucchi (presidente), Luisa Bocchietto, Giovanni Cutolo, Michele De Lucchi, Arturo Dell'Acqua Bellavitis, Mario Mastropietro, Enrico Morteo, lo ha premiato all'unanimità perché “risponde al tema con un'idea sintetica di grande forza. Un chiaro concetto espositivo di 'archivio attivo' valorizza l'intera collezione, nella sua presenza fisica e nella possibilità di scegliere diversi approfondimenti tematici agli oggetti stessi e alla loro storia progettuale. Il progetto sfrutta al massimo le potenzialità dello spazio esistente, rispettandone l'impianto architettonico riletto in funzione del programma dato, anche in rapporto alla distinzione tra collezione permanente ed eventi allestitivi temporanei" (dal verbale della giuria).
Il concept alla base del progetto è quello di un archivio facilmente  consultabile ed accessibile, come sostengono i progettisti stessi: "Il museo è concepito come una sorta di Arca, dove conservare e fa vivere tutte le specie di qualità del design italiano. Preservando la suggestiva navata storica della ex-centrale elettrica, l'intera Collezione popola le pareti con leggerezza di segno e forte sinergia tra luce naturale e artificiale." Un database permette ai visitatori di selezionare ed illuminare oggetti singoli o porzioni di oggetti a seconda di specifiche tematiche, anni o tipologie, consultanto la documentazione relativa ai tavoli. 


Il progetto è stato accolto molto positivamente dalle amministrazioni locali ed a questo proposito l'assessore alle Politiche del Lavoro, Ricerca, Università Moda e Design, Cristina Tajani dichiara: "Grazie a questo progetto Milano avrà un luogo che permetterà a studenti, architetti e semplici appassionati di tutto il mondo di ammirare, conoscere e scoprire la grande tradizione del disegno industriale italiano grazie a una collezione di oggetti e prodotti unici che hanno segnato e influenzato lo stile unico del Made in Italy, capace di coniugare innovazione, ricerca e gusto. [...] Un’opportunità importante che ha permesso a un gruppo di architetti milanesi di confrontarsi con un progetto significativo per lo sviluppo della città dell’intera zona, proponendo non una semplice spazio ma una realtà polifunzionale aperta alle diverse associazioni presenti in zona favorendo così quella inclusività e partecipazione che sono alla base della crescita di Milano."
Questo progetto rappresenta inoltre le radici che il design ha nel territorio milanese ed in generale Italiano. Più di 300 oggetti che hanno scritto la storia di questa disciplina trovano finalmente un luogo, un posto all'interno di una delle città più floride dal punto di vista creativo progettuale. 
Il lavoro di Migliore, Servetto e Lupi non può che enfatizzare questo intento interazionale, istruttivo e di valorizzazione del design, spesso considerato come il fratello minore dell'architettura, ma che in Arcadi trova il suo spazio e la forza per comunicarsi al pubblico in modo diretto, semplice ed efficace.  

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