giovedì 17 ottobre 2013

Porto Poetic

Un viaggio nell'architettura portoghese da Siza a Souto Moura capace di portarci all'interno di una sensibilità unica, di un modo di progettare che non corre, non salta i passaggi ma procede step by step nel rispetto del territorio e della cultura tradizionale.



"Mi piacerebbe scrivere sull'architettura come solo i poeti sanno fare, perchè essi non sono nè critici nè architetti, ma ricercatori/artigiani che cercano l'essenza dandole una forma. Non capiscono, o non si accorgono, di cronologie, di tecniche o di funzioni e, ancor meno, di relazioni esplicative riguardanti contesti culturali, ancor meno filosofiche. Non applicano altri criteri se non quelli scaturiti dall'emozione estetica che si concretizza nella parola. E se il tema in questione è l'architettura, non sappiamo più cosa preferiamo tra essa e la poesia. Se io fossi così, e mi piacerebbe esserlo, potrei scrivere senza dover utilizzare parole estranee: Alvaro, la tua opera è una poesia di geometria e silenzio, di angoli acuti e piatti, perchè tra due linee vive il bianco". [Alexandre Alves Costa]

La mostra Porto Poetic vuole esplorare e mostrare al pubblico quella sensibilità particolare, forse più "lirica" tipica dell'architettura portoghese, capace di estrapolare dall'astrazione il significato. Il nome riprende, non a caso, la pubblicazione del 1986 "Alvaro Siza, Professione Poetica", che ha portato nel panorama internazionale l'architettura portoghese fino a quel momento considerata vernacolare e legata ad una sorta di regionalismo. Protagonisti indiscussi della mostra, presente nello spazio galleria della Triennale di Milano, sono i progetti di Alvaro Siza e la sua poetica architettonica. Accanto a questo progettista trovamo un'altra figura chiave dell'architettura portoghese: Eduardo Souto de Moura. Per avere una panoramica generale di questa sensibilità ritroviamo progetti e lavori anche degli architetti: Fernando Távora, Adalberto Dias, Camilo Rebelo and Tiago Pimentel, Carlos Castanheira, Cristina Guedes e Francisco Vieira de Campos, Isabel Furtado e João Pedro Serôdio, João Mendes Ribeiro, José Carvalho Araújo e Nuno Brandão Costa. 



La mostra è suddivisa in 3 nuclei: Poetic, Design, Community. L'approccio con questi autori e questa sensibilità avviene attraverso mezzi variegati. Sono utilizzati infatti video esplicativi che riportano immagini, foto e brevi sequenze volte a mostrarci nel dettagli progetti specifici. Altri video invece ci permettono di assistere ad interviste all'autore stesso o a critici. Questi mezzi ci danno una visione più analitica di ciò al quale ci stiamo rapportanto, dandoci nozioni sul contesto e sulle specifiche peculiarità della poetica architettonica portoghese. Possiamo inoltre trovare una grande quantità di oggetti di design, è possibile vederli da vicino, toccarli ed ammirare la grande cura del dettaglio, lo studio minuzioso, che parte dalle piccole cose e cerca il giusto tempo per realizzarle, alla base di questi lavori. 



Questa progettazione step by step, ponderata e molto consapevole la ritroviamo nei lavori architettonici. Nelle teche infatti possiamo vedere tutti i passi della progettazione a partire dagli schizzi, passando per i disegni, per arrivare alla creazione delle maquette tridimensionali e finalmente alla realizzazione in scala reale in loco. 




Questo iter processuale risulta quindi particolarmente evidente e non può non affascinarci, ci rende parte del processo di ideazione e realizzazione di queste fantastiche opere. Accanto a questi materiali troviamo anche pannelli esplicativi che ci aiutano ad approcciarci con questa sensibilità decisamente particolare. Come sostiene Mirko Zardini, infatti, le opere di Alvaro Siza, fin da quando sono comparse sulla scena internazionale ci sono sembrate contemporaneamente vicine e lontane, parte di una nuova cultura europea che si stava sviluppato dagli anni '70 in poi. Sono architetture che si avvicinano ai luoghi attraverso elementi formali, l'insediamento nel lotto, il dialogo con le pre-esistenze o l'uso dei materiali, ma che attraverso questi stessi elementi definiscono una declinazione differente, un tono, un carattere specifico. Particolarmente interessanti a mio parere sono i progetti di piscine, realizzati da Alvaro Siza, proprio per l'integrazione con il luogo che mostrano, la relazione che instaurano con i dislivelli del territorio, che sapientemente il progettista sa riprendere nelle forme e nelle strutture artificiali che innesta nell'ambiente. C'è una sorta di continua tensione tra tradizione ed innovazione nei lavori di Siza, l'autore stesso infatti dichiara "la tradizione è una sfida all'innovazione. E' fatta di inserti successivi. Sono conservatore e tradizionalista, cioè mi muovo tra conflitti, compromessi, meticciaggio, trasformazione...". Nei suoi lavori non si vede una nostalgia al passato, una ricerca di ricostruzione identica al passato, ma si vede una conoscenza della tradizione, una capacità di relazionarsi in modo non conflittuale, non distruttivo con il passato, senza rinnegarlo ma senza emularlo. 



Questa mostra ci da la possibilità di avvicinarci e rapportarci con questo modo di pensare, questo modo di fare architettura ed essere progettisti davvero interessante. Ci si trova immersi nella progettazione. L'allestimento riesce a valorizzare i progetti ed i materiali esposti. In particolare le fotografie dei progetti tutte incorniciate singolarmente, ma avvicinate, composte a formare geometrie d'insieme insieme alle proiezioni creano un ambiente davvero coinvolgente. 
Per concludere penso quindi che sia una mostra adatta agli adetti ai lavori, ma non solo, è una mostra che può avvicinare tutti a questo mondo del progetto che spesso sembra un pò esclusivo.   

informazioni specifiche su orari di apertura e costi: http://www.triennale.it/it/home
Per maggiori informazioni riguardo agli autori e per vedere le immagini dei progetti on line: http://alvarosizavieira.com/ 
http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_Souto_de_Moura 
http://it.wikipedia.org/wiki/Alvaro_Siza

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