lunedì 24 febbraio 2014

Gli occhi e il buio

Gli occhi e il buio


Passione, illusione, illuminazione, genio e follia dentro la psiche umana



Gli occhi e il buio, graphic novel Bonelli, firmata Gigi Simeoni ed uscita nel 2007, si apre a Milano su una terrazza, in una notte di pioggia e sullo sfondo uno stupendo ritratto. Il protagonista, Alessandro Simonetti, sotto la pioggia, in quello che ci sembra un momento catartico, delirante ed allucinante, ci dichiara fin dai primi istanti come questa sia la fine. La storia che segue è un lungo flash back, raccontato in prima persona da Simonetti stesso. Così di colpo ci ritroviamo a Parigi nel 1907 in compagnia di un uomo distinto, decisamente lontano apparentemente dall'uomo sporco e sudato delle prime pagine, e di una donna, Luisa, giovane, bella e vitale. Luisa, figlia di una famiglia facoltosa e impegnata nell'industria dell'automobile rappresenta la vita stessa di Alessandro, giovane ritrattista al servizio della classe nobile parigina. Dentro l'animo del giovane pittore ribolle però la curiosità e la voglia di sperimentare, di cercare e di approcciarsi a quelle che sono le avanguardie artistiche degli inizi del '900. Il futurismo, il cubismo, la secessione viennese, Alessandro è fortemente attratto da questo mondo che si esprime e comunica attraverso la pittura, tuttavia è troppo pigro per lasciare una situazione di agi e comodità. Suo alterego è invece Angelo, il suo migliore amico. Angelo rappresenta ciò che Alessandro vorrebbe essere e non è, un pittore che segue le avanguardie, che non vive nel lusso e non si sottomette in qualche modo al soldo, si sente libero seppur povero. Già in questa prima parte, la prima vita di Alessandro, il pittore ci sembra infelice, fatta eccezione per Luisa egli non si ritiene soddisfatto della sua situazione e non è appagato da ciò che dipinge. Il punto di svolta avviene con la tragica morte di Luisa in un incidente d'auto. Il mondo di Alessandro sembra crollare, ma in quegli ultimi istanti di vita della ragazza,Alessandro vede la svolta, vede l'ispirazione per la sua arte. Negli occhi di Luisa il giovane ritiene di vedere la forma dell'anima. Questo è l'inizio, il vero inizio di tutto, della sua seconda vita. L'arte è ciò a cui egli si appiglia per andare avanti. La ricerca della forma dell'anima è ciò che può e deve non rendere vana la morte di Luisa, la sua salvezza, ciò che lo può liberare dalla sua condizione.



Ci ritroviamo quindi a Milano nello studio di Alessandro, un pittore ormai delirante che vive solo per la sua ricerca. Nella memoria le immagini sfumano e l'ispirazione va rinfrescata, alimentata e ricercata. Trovare la forma non basta e ad essa si aggiungono continui interrogativi, in particolare, quello su una misteriosa forma antropomorfa negli occhi di Luisa.



Intanto un mostro, il Fante di Cuori, terrorizza Milano. Un assassino seriale apparentemente privo di movente. Matteo De Vitalis, commissario delle guardie della città, forma una squadre anti mostro e con l'utilizzo delle nuove tecniche scientifiche indaga sugli efferati omicidi.
Non è sicuramente mia intenzione svelare la storia, ma già dalle prime battute emerge come il racconto, realistico, non voglia essere un semplice giallo. A tutti è chiara l'identità del Fante di Cuori fin da subito, nonostante ciò non mancano i colpi di scena, la narrazione è avvincente, coinvolgente e molto scorrevole. Il lettore si trova a compiere come un viaggio all'interno della psiche umana, vede emergere i primi disturbi, li vede maturare, evolvere e dilaniare tutto ciò che rimane di ancora razionale. Gli occhi e il buio, si pone sicuramente in modo interessante verso la letteratura poliziesca.
Anche il ritratto sociale è sicuramente chiaro, interessante e ben fatto, sullo sfondo della vicenda si dispiegano le contraddizioni, le spinte e i caratteri della Belle Epoque. Ci si immerge nel clima delle avanguardie, il discorso artistico diventa un filo sottile che permea tutto il racconto non solo nella vicenda personale di ricerca di Alessandro, ma anche nella descrizione della società. Sono anni di mutazione, trasformazione, dove la classe sociale borghese si trova di fronte ad una cambio di paradigma artistico. Da un lato c'è una sorta di apertura data dalla consapevolezza che i "ricchi si intendono di arte per forza", dall'altra tutto ciò che esprime mutazione ha un gusto reazionario, sovversivo. Questo panorama emerge nel raccondo, in sottofondo, senza voler essere troppo invasivo. 
Per concludere Gli occhi e il buio è una lettura decisamente consigliata, fresca ed avvincente, non solo per chi ama i gialli.


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