sabato 21 giugno 2014

Santuario



Il connubio fantascienza-horror ha più volte dimostrato di essere un'ottima base di partenza per la costruzione di intrecci narrativi molto interessanti. Se penso al cinema le prime due pellicole che mi vengono in mente da questo punto di vista sono Alien di Ridley Scott e La Cosa di John Carpenter, dove elementi tipicamente sci-fi si intrecciano ad atmosfere angoscianti, claustrofocbiche, ricche di suspence e risvolti terrificanti.
Spostando ora l'attenzione dal medium cinematografico a quello fumettistico, un'opera che risponde certamente a questa caratterizzazione ibrida, compresa tra l'horror e la fantascienza, è Santuario di Cristophe Bec e Xavier Dorison, edito da Mondadori come secondo numero della collana Fantastica.
Al pari della famosa opera di Carpenter, dove una spedizione di scienziati precipita lentamente nel panico a causa di una misteriosa infenzione che sembra trasformare ogni essere vivente in orripilanti mostri alieni, anche Santuario è giocato proprio su una escalation di tensione dovuta a qualcosa di spaventoso che sembra gradualmente insinuarsi tra i membri dell'equipaggio di un sottomarino in missione.
Santuario, come ogni opera che fa della suspence il suo elemento principale, parte piano. Dorison ci presenta dapprima tutti componenti dell'quipaggio dell'equipaggio dell'USS Nebraska, sottomarino americano impegnato in una missione dai fini non specificati nelle profondità del mediterraneo. I segreti e le omissioni sulle motivazioni della spedizione verrano svelati a poco a poco durante lo svolgersi della vicenda, ma già da subito si intuisce che qualcosa sta per succedere.




L'evento cruciale, che accende quello che sarà un appassionante climax ascendente di tensione, è la scoperta di un enorme santuario sepolto nelle profondità marine. Attirati dalla curiosità di sapere che cosa si cela in questo luogo, l'equipaggio del Nebraska organizza una spedizione di esplorazione.Grazie all'esperienza sul campo, congiunta con una ricerca teorica a bordo del sottomarino, si intuisce presto che il santuario è collegato ai riti, ai poemi e alla mitologia dell'antica civilta Ugaritica. Nel santuario sembra nascondersi un segreto occulto e spaventoso, qualcosa che non è di questo mondo e che possiede una potenza tanto devastantante da costringere un popolo pacifico al sacrificio di massa. Saranno solo semplici superstizioni, frutto di culti pagani ancestrali o ingenue credenze in immaginarie divinità sanguinarie o, invece, sarà proprio una di esse ciò che è nascosto nelle profondità del santuario? Perchè sia i Nazisti sia i Russi avevano organizzato spedizioni in questo luogo? E perchè tutti i tentativi si sono rivelati un terribile fallimento?



Dalle clasutrofobiche atmosfere metalliche del sottomarino agli opprimenti ambienti cavernosi del Santuario, Dorison costruisce un dramma psicologico complesso e intelligente. Mixando sapientemente elementi fantascientifici, storici, archeologici, horror e fantastici, l'autore riesce a creare una situazione che porterà i protagonisti a confrontarsi con situazioni pericolose e assurde, mettendo alla prova il loro addestramento militare e portandoli oltre i limiti della ragione. Così, la paranoia inzia a diventare protagonista delle relazioni interpersonali e delle elucubrazioni private, le paure più ancestrali assumono la forma nitida di sogni che sembrano reali per poi diventare vere e proprie allucinazioni ad occhi aperti. Non mancano anche le suggestioni tipiche di una spy story e della narrativa fantastorica, con la citazione di documenti top secret e di personaggi realmente esistiti, arrivando a sfiorare, ad esempio, l'occulto esoterismo più volte collegato ai circoli nazisti.
La narrazione procede con un ritmo lento e asfissiante, a volte quasi opprimente, che schiaccia inesorabilmente il lettore, ma che riesce comunque a tenere alta la tensione, invogliando a proseguire la lettura. I dialoghi sono maturi e contribuiscono ad una delineazione psicologica complessa dei personaggi. Dorison riesce a creare una efficacissima rete di rapporti e intrecci tra le vicende personali di ogni personaggio e la storia principale legata alla missione del sottomarino. In questo modo le paure della situazione presente si incrociano con le angoscie del passato e della vita "in superficie" creando un variegato affresco umano dell'equipaggio. Sempre riguardo alla narrazione va sottolineata l'estrema verbosità dell'opera, che fa della storia raccontata un'incessante e corposo crescere di tensione, non concedendo quasi mai un attimo di stacco e respiro al lettore. Questo, se da un lato potrebbe risultare un elemento negativo e forse controproducente, dall'altro non fa che aumentare quella sensazione di claustrofobia, follia e terrore che pagina dopo pagina sembra attenagliarci fino nel profondo delle viscere.



Passando all'aspetto prettamente grafico posso solo dire che il lavoro di Bec è qualcosa di davvero straordinario. Il disegnatore delinea le atmosfere metalliche del sottomarino, così come le profondità acquatiche, con toni cupi e avvolgenti, impreziositi da raffinati giochi d'ombra che vi aggiungono una carica espressiva davvero notevole. Tutto risulta minaccioso, terribile e clasutrofobico Il tratto preciso e dettagliato di Bec caratterizza i personaggi in modo impeccabile, dando molta attenzione ai particolari del volto e dei gesti, contribuendo, in questo modo, a rendere ancora più efficaci sia i dialoghi sia la tensione percepita grazie all'ambientazione. Se per tutta la narrazione prevalgono colori scuri e plumbei, non mancano, tuttavia, le aperture a scenari dai toni più brillanti o sfumati o, addirittura, abbaglianti come, ad esempio, nelle spettacolari scene dove vengono rappresentate le esplosioni.



Per concludere, Santuario è un ottimo fumetto, dotato di un intreccio narrativo curatissimo e molto appassionante, capace di mixare generi differenti e mantenere una solidità impeccabile per tutta la durata della vicenda. A questo si deve aggiungere un impatto visivo veramente impressionante che rende ogni tavola un piccolo capolavoro dal punto di vista percettivo ed espressivo.

1 commento:

  1. Santuario non ho mai avuto il piacere di leggerlo.
    Non è il mio genere, ma penso che un eccezione la farei

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