martedì 16 aprile 2013

Il Giorno della tempesta

Il giorno della Tempesta

Art work realizzato per la copertina da Simone De vita.https://www.facebook.com/pages/Simone-De-Vita/262290063820667

I Nothing Important Happened Today sono un gruppo "post-rock" (è sempre difficile classificare con un'etichetta rigida un gruppo, ma tanto per capirci) indipendente piacentino.
Ho visto nascere questo bellissimo progetto musicale, ho seguito la lavorazione e gli sviluppi dei brani, soprattutto grazie a Daniele mio amico e collega filosofo. Inseparabile compagno di università dei miei anni parmensi, Dani,mi ha sempre tenuto aggiornato sui vari sviluppi del progetto con il suo solito e ammirabile entusiasmo quasi fanciullesco facendomi in qualche modo " partecipare" della sua creatività e della sua passione per la musica. Per questo lo ringrazio molto.
Finalmente il 9 aprile è uscito il loro primo Ep, "Il giorno della Tempesta". Avevo già sentito il gruppo dal vivo e avevo ottime aspettative che ovviamente si sono confermate. Infatti l'ascolto è stato davvero piacevole ed emozionante.
La prima traccia "Ciò che di mio, ora di appartiene" potrebbe essere identificata come un vero e proprio "intro" dell'intero lavoro. Parte piano, con un suono quasi sibilante, che lentamente cresce di intensità, aprendo gradualmente lo spazio a lievi tocchi di batteria che creano un sentimento di attesa. L'atmosfera che si percepisce è quella del "sta per succedere qualcosa", proprio come l'odore e i suoni nell'aria prima di una tempesta.Le chitarre si insinuano dolcemente sul ritmo di batteria e il pezzo prende una piega malinconicamente sognante. Gli arpeggi ci cullano come onde, intervallati solo dalla batteria che continua il suo ritmo. Nella parte finale del pezzo si torna a percepire un suono stridulo di sottofondo, che lentamente si alza andando a coprire gli altri suoni fino a fine canzone. 
La seconda traccia "Il fuoco della verità bruciò fino a cremarci", parte con un ritmo sincopato di batteria che si intreccia dolcemente con le chitarre, l'atmosfera è cadenzata, ma dinamica e fa presagire un cambio di ritmo che effettivamente inizia a farsi sentire dopo il primo minuto del pezzo. Dal sottofondo inizia ad alzarsi pian piano un muro di chitarre distorte, che rende il suono sempre più corposo senza, tuttavia, perdere la melodicità iniziale. Un minuto e mezzo di ascesa continua, dove la tensione dell'ascoltatore viene messa alla prova, i nervi si tendono, i suoni iniziano a stridere, è una barriera quella che si sta alzando davanti a noi, una maschera orgogliosa che non può che cadere per poi sprofondare in un rilassamento che è un vero e proprio sfogo di energia. Il ritmo si fa più lento,il muro sonoro si abbassa fino a scomparire del tutto, parte uno stridulio di sottofondo che esplode improvvisamente come uno spillo cacciatoci a forza nell'orecchio. Sopra tutto questo una voce distorta inizia a recitare qualcosa. E' quella di Toni Servillo, nel suo fantastico monologo tratto da "il Divo" di Paolo Sorrentino:

"Livia, sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano. Si passeggiava, io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa – ti ricordi? Sì, lo so, ti ricordi. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sapevano, non sanno e non sapranno, non hanno idea. Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del Paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. La contraddizione mostruosa che fa di me un uomo cinico e indecifrabile anche per te, gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sanno la responsabilità. (...) Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto, Giovanni, Mino, il caro Aldo, per vocazione o per necessità ma tutti irriducibili amanti della verità. Tutte bombe pronte ad esplodere che sono state disinnescate col silenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo, e noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato, noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa, e lo so anch'io." 

la voce di Servillo aumenta sempre più di tono, la rabbia sembra salire, la tensione raggiunge di nuovo livelli altissimi,lo stridulio sotto la voce non basta più a contenere tutta l'energia che si sta sprigionando e allora ecco di nuovo un muro di suoni che lentamente si alza accompagnato dalla batteria che intona una marcia dai toni quasi guerreschi.Tutto questo è davvero fantastico.

la terza e ultima traccia è quella che da il nome a tutto il lavoro, ovvero "Il giorno della tempesta" e rappresenta forse, con i suoi dieci minuti abbondanti, il culmine di tutto il lavoro.
Si comincia con un dolcissimo arpeggio che stempera la notevole tensione accumulata alla fine del secondo pezzo, accompagnato sempre ottimamente dalla batteria che scandisce un ritmo ipnotico. Il ritmo si fa lentamente più frammentario, si incrina e si velocizza, si sente qualcosa che sta e deve uscire, gli intrecci delle chitarre si fanno sempre più corposi ed ecco di nuovo che un muro di suoni ci invade accompagnato da una voce che sembra un urlo in lontananza, un boato dai limiti dell'universo che ci avvolge e ci spinge sempre più lontano. I suoni continuano ad accavallarsi, l'atmosfera si fa quasi onirica e di nuovo si partecipa ad un ottimo climax ascendente che finisce poi per smorzarsi tornando ad un suono più semplice, più lento, ma è solo un momento di riposo. Infatti, come un vascello in preda al sali e scendi continui delle onde di un oceano in burrasca, la canzone risale subito. Le chitarre tornano di nuovo a darci dentro così come la batteria, sul sottofondo si sentono suoni striduli e distorti che continuano ad intrecciarsi, è un odissea di forze che continuano a smuovere il nostro orecchio e le nostre emozioni verso itinerari differenti. Poi di nuovo un cambio. L'atmosfera si fa improvvisamente più cupa negli ultimi tre minuti del pezzo. La batteria e le chitarre producono un motivo dall'aura sacrale, una voce inizia a recitare. Sembra davvero di sentire un monologo di una voce cosmica, un'entità che non ha corpo, un vento universale di parole e suoni che lentamente si fa più intenso fino ad esplodere. La voce inizia a urlare, il suo suono si fa rauco e acuto, le chitarre tornano ad intrecciarsi, creano un podio sulla quale innalzarsi, è un volo verso l'alto, non ci si ferma più. E' il punto di massima tensione, il climax che ci aspettavamo.
In definitiva credo che questo primo Ep dei Nothing important happened Today sia un lavoro meraviglioso. I pezzi salgono sempre gradualmente creando nell'ascoltatore un costante stato di attesa, portando la tensione ad un limite che risulta quasi insostenibile per poi esplodere in un suono liberatorio, che ci da l'impressione di volare in spazi cosmici attraverso l'intreccio costante delle chitarre e un muro di suoni che è paragonabile quasi ad una forza naturale (la tempesta) che si prepara, ci da le sue avvisaglie, si sfoga in tutta la sua potenza e poi ci riporta alla quiete.

L'Ep è scaricabile gratuitamente su:
http://nothingimportanthappenedtoday.bandcamp.com/

Si possono ascoltare anche su:
http://www.youtube.com/user/NIHTmusic

Oppure puoi seguili sulla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/pages/Nothing-Important-Happened-Today/346564818697383?fref=ts


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