sabato 8 marzo 2014

Le città viste dall’alto



“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra”. G. Calvino, Le città invisibili





Calvino ci dice che le città sono fatte dalle persone e dalle loro storie. Mi piace pensare le sue parole in questo modo.

Ci alziamo alla mattina, un po’ storditi, a fatica ci alziamo e dopo un attimo la testa sta già pensando a tutto quello che il giorno ci riserva. Camminiamo a passo svelto, con lo sguardo basso, verso le nostre destinazioni. Cemento, rumori, odori, gente che ci sfreccia da parte e va per la propria strada. Ci sono altri esseri umani, altre storie, altre direzioni, ma noi non ce ne accorgiamo. Tutto sembra solo paesaggio, come i palazzi, le strade, i mezzi pubblici e i negozi, anche la gente finisce per diventare solo una scenografia dei nostri percorsi quotidiani. Ci sarebbe da uscire dal proprio corpo per cambiare punto di vista. Bisognerebbe aleggiare sulla città, sopra i tetti, guardare quel brulicante mondo che cresce, si sviluppa , soffre e si entusiasma davanti ai nostri occhi. Una visione d’insieme. Le città viste dall’alto.

Bao Publishing  ha scelto proprio quest’ultimo nome, ”Le città viste dall’alto”, per  una collana di graphic novel che fino ad ora ospita tre opere, ovvero: Ogni piccolo pezzo di Stefano Simeone, Un lavoro vero di Alberto Madrigal e Fermo di Sualzo. La collana, come fa presagire il suo nome, è dedicata a fumetti ambientati in una particolare città  che, in qualche modo, ci presentano, attraverso esperienze più o meno autobiografiche, delicati e coinvolgenti intrecci esistenziali, dandoci un assaggio di quanto la quotidianità in cui siamo immersi sia un reticolo tessuto dalle vite di ognuno. Ogni autore ci offre la sua esperienza, la sua città vista dall’alto.

Simeone ci porta in un piccolo paesino di provincia italiano, uno di quei posti dove la vita non accade, ma sembra solamente passare, senza picchi degni nota. L’autore si interroga sulla frammentarietà e l'accumulo della vita e lo fa portando sulla scena cinque personaggi diversi , 5 amici, raccontandoci alcuni episodi delle loro esistenze, dall'infanzia all'età adulta. I ragazzi crescono tra sogni, aspirazioni, zuffe e tempeste ormonali. All'improvviso, chi più chi meno, si trova sbalzato in una grande città, all'università e poi al lavoro. Tutti provano a trovare il loro posto nel mondo. C’è chi segue i propri obbiettivi, chi finisce in un posto per caso e alla fine, inevitabilmente, ci si allontana, lasciando aperti rimorsi e conti in sospeso, salvo ritrovarsi in poche sporadiche occasioni. Tuttavia, un avvenimento improvviso, un matrimonio nel proprio paese di origine , potrebbe essere l'occasione per ritrovarsi finalmente tutti insieme.



Madrigal, invece, ci propone una vicenda più autobiografica. Il protagonista è il suo alter ego, Javi, trasferitosi dalla Spagna a Berlino per inseguire il suo grande sogno: diventare un fumettista. Un lavoro vero ci racconta la Berlino multiculturale dei giovani precari, dei coinquilini “stronzi” e di quelli che mancano quando se ne vanno. La città dei caffè, dove si fa colazione leggendo e disegnando fumetti, nella speranza di trovare un editore al Festival di Angoulem, che se no “si è lavorato gratis” e si “è buttato un anno nel cesso”. La capitale tedesca allora diventa un crocevia di aspirazioni, emozioni, paure e solitudini, il luogo dove rincorrere le proprie passioni o, invece, arrendersi e cercare solo “un lavoro vero”, che ti dia qualche soldo per sbarcare il lunario dignitosamente.




Infine, Sualzo, ci fa conoscere Sebastiano, ragazzo che fa fatica a trovare la propria strada e, un po’ per caso, si ritrova a fare un anno di servizio civile a Bibbiena, un piccolo comune in provincia d’Arezzo. Le stradine del paese e i suoi verdi dintorni accompagnano le introspezioni del giovane protagonista, che nell’incontro con gli altri riuscirà a stare “fermo” e affrontare le proprie paure.

Tutti e tre gli autori riescono a confezionare ritratti umani di una forza espressiva ed motiva davvero considerevole. Da queste opere emergono quelle particolarità che sfuggono al nostro via vai quotidiano, come una serie di indizi che può permetterci di far luce su quel discorso segreto di cui parlava Calvino, un discorso che ci si para davanti ogni giorno e di cui non comprenderemo mai abbastanza, perché è fatto del linguaggio misterioso di cui è fatta la vita.



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