La difficoltà di
diventare adulti (e di provare ad essere felici)
Ho iniziato ad appassionarmi ai fumetti alle scuole medie e
ho iniziato con i manga. Mi piacevano Dragon Ball e i cartoni giapponesi e
perciò iniziai la mia avventura nel
mondo delle nuvolette cartacee facendo scorpacciate di quei libretti in bianco
e nero dalle figure squadrate, che i miei genitori si ostinavano a guardare con
sospetto, soprattutto perché si leggevano al contrario. Ricordo che a quel
tempo schifavo i fumetti occidentali perché non mi stavano particolarmente
simpatici i supereroi, li trovavo noiosi e perciò la scelta era obbligata: il
Giappone. Posso dire che tutto partì da lì, dal Giappone, da quel mondo lontano
che trasudava da ogni immagine che passava sotto le mie dita e davanti ai miei
occhi.
Con il passare del tempo il mio pensiero è cambiato. Ora mi
piace il fumetto occidentale. Ho imparato che i supereroi sono solo una minima
parte della sua produzione e che, anche all’interno dello stesso genere
supereroistico, si trovano opere meravigliose. Tuttavia i manga rimangono il
mio primo amore e non ho mai smesso di leggerli. Ci sono tantissimi manga che
ho amato e un numero considerevole di autori che apprezzo, primi fra tutti,
Osamu Tezuka, Jiro Taniguchi, Naoki Urasawa, Hideo Yamamoto e Tsutomu Nihei, ma
ce ne è uno che forse sento più vicino di ogni altro. Mi riferisco ad Inio
Asano, classe 1980.
Inio Asano è l’ esponente di punta della new wave del
fumetto nipponico. Di lui ho letto varie opere, tra cui: "What a
wonderfull world!", "Il campo dell'arcobaleno", alcuni numeri di
"Buonanotte Pun Pun" e "La città della luce". Proprio
quest’ultimo volume, uscito nel 2005 in Giappone e arrivato in Italia nel 2007
grazie alla collana Manga San della Kappa edizioni, è il primo manga di Asano
che ho avuto il piacere di leggere. Il suo stile di disegno e di narrazione mi
hanno immediatamente colpito e mi hanno spinto ad approfondire la sua produzione,
portandomi ad acquistare gli altri volumi pieno di grandi aspettative che, fino
ad ora, sono sempre state appagate.
In questo articolo andrò dunque a parlare dell’ultimo manga
di Asano che ho letto, ovvero Solanin. L’opera in questione, arrivata in Italia
nel 2005, insieme al già citato “What a wonderfull world!”, è stata da subito
apprezzata sia dal pubblico che dalla critica, arrivando, in seguito, a ricevere una nomination agli Eisner Awards
nel 2009 e a diventare un film per il grande schermo nel 2010. Già da questi
primi dati iniziali si potrebbe intuire la qualità di questa lettura e il
proseguire del mio umile commento non farà altro che rafforzare il giudizio
positivo nei suoi confronti.
Solanin è la storia di due ragazzi, Meiko e Naruo (Taneda),
che, finita da due anni l’università, si trovano a dover fronteggiare la vita
da adulti con tutti i suoi problemi, le sue incertezze e le sue paure. I due,
impegnati in una relazione da ormai sei anni, convivono in un piccolo
appartamento di Tokio cercando di sbarcare il lunario come possono, provando a
non pensare troppo al futuro e facendosi forza con l’affetto del loro rapporto.
Naruo è la figura che, dapprima, ci
sembra essere più sognatrice e immatura tra i due. Egli, infatti, ha un lavoro
part-time come illustratore per una rivista e nel tempo libero suona in una
rock band con i suoi vecchi amici di università. La sua mentalità non pare
essere troppo cambiata da quando era uno studente e Naruo non può che sentire i
nuovi pesi, esistenziali e pratici, che porta con se il passaggio all’età
adulta: la necessità di imboccare un progetto di vita sempre più definito e di
raggiungere una vera autosufficienza economica.
Meiko, invece, a differenza di Naruo, sembra già essere più
responsabile. La ragazza lavora come impiegata a tempo pieno in un’azienda e,
nonostante il lavoro non le piaccia, cerca di tenere duro al fine di mantenersi
e poter così rimanere a vivere a Tokio con il suo ragazzo. Questo precario
equilibrio crollerà quando Meiko, decidendo di seguire il suo cuore piuttosto
che la sua testa, sceglierà di licenziarsi.
L’evento segnerà profondamente la relazione tra i due
ragazzi che si troveranno, per la prima volta, a doversi davvero confrontare
con l’età adulta e con le conseguenze delle proprie scelte, sia nell’ottica del
presente che in quella futura. Meiko compie la sua decisione nel tentativo di
ritrovare una libertà che ormai gli mancava da troppo tempo, ma questa
sensazione liberatoria dura molto poco, lasciando ben presto spazio alla noia e
alla paura per quello che verrà. Naruo, al contrario, data la nuova situazione
creatasi, è portato ad una maggiore responsabilità che, piano piano, sembra
traghettarlo da una visione esistenziale legata ancora al mondo della
giovinezza ad una condizione di maggior maturità. Tuttavia, proprio quando i
ruoli tra i due paiono essersi invertiti, Naruo, spinto dalla stessa Meiko,
decide anch’egli di licenziarsi e di seguire a tempo pieno il sogno di fare
musica. Un reset totale, un colpo di spugna per riflettere sulle proprie
aspirazioni, sulla natura del proprio rapporto, su ciò che è importante e ciò
che è tralasciabile.
Quello che Asano ci mostra immediatamente, come in molti
altri suoi lavori, è la forza
prorompente e ineludibile dell’aspirazione ad essere felice che accompagna ogni
animo umano, soprattutto nella giovinezza. E’ proprio su questa questione che
si giocherà la partita tra Meiko e Naruo che, senza svelare di più sull’intreccio,
sarà un delicatissimo e commovente affresco esistenziale, un ritratto
generazionale ed epocale che non potrà lasciare indifferente ogni lettore che
accetterà di farsi trascinare nei panni dei suoi protagonisti.
Inio Asano, con Solanin, si dimostra forse ai massimi
livelli all’interno della sua produzione, ponendosi, ancora una volta, come uno
straordinario narratore della società giapponese e della liquidità post-moderna
del nostro presente. I suoi personaggi, continuamente “in ricerca”, sballottati
tra quelli che uno scrittore come Douglas Coupland chiamerebbe “McJob”, vivendo
perciò come “freeter”, senza un progetto di vita sicuro, sono l’emblema di una
generazione spesso sovra-istruita, forzata ad essere perennemente giovane,
cresciuta nel mito utopico della libertà e trovatasi di colpo a doverne
sopportare il terribile peso. E’ all’interno di questa insicurezza che sembra
pervadere ogni cosa, che affiorano con forza i sentimenti e l’importanza delle
relazioni. Gli slanci di emotività e gli
affetti, infatti, finiscono per ergersi ad unica e timida bussola nel mare di
nebbia della post-modernità, condizionando le scelte e tracciando i percorsi
che ogni protagonista di Solanin, così come capita spesso alle persone nella
vita comune, cerca di intraprendere nella speranza di trovare, finalmente, la
chiave per essere felice.
Passando ora all’aspetto prettamente grafico, posso dire che
Solanin mette in mostra tutta la bravura nel disegno e nella composizione delle
tavole tipica di Inio Asano. Il tratto dell’autore è estremamente pulito e
realistico, ogni personaggio è caratterizzato in maniera precisa e accurata e
gli ambienti brulicano di particolari. Asano riesce ad adattare ottimamente il
suo stile ad ogni tipo di situazione, passando dai momenti più concitati a
quelli più riflessivi con estrema fluidità. Le inquadrature e le scelte
compositive sono di taglio fortemente cinematografico e riescono ad essere
sempre espressive ed efficaci, pur non perdendo mai funzionalità per la
narrazione.
In conclusione, Solanin è un must per tutti gli amanti di
Inio Asano, ma anche per tutti quelli che vogliono leggere un manga di qualità,
complesso e stratificato nelle tematiche e nella caratterizzazione psicologica
dei personaggi, ma anche dotato di estrema fluidità nella narrazione e di gradi
capacità di intrattenimento. Insomma, un’opera che saprà coinvolgervi,
intrattenervi e, sicuramente, emozionarvi.
Bellissima recensione!
RispondiEliminaAdoro Asano, ogni suo lavoro mi tocca nel profondo e adoro quest'opera - Solanin - che mi ha causato, durante la lettura, una ridda di emozioni fortissime (e alcune dolorose...).
Dobbiamo promuoverlo di più :-)
Un carissimo saluto.
Orlando
Prima di tutto, grazie per i complimenti Orlando. Come seconda cosa non posso che associarmi alla passione per Inio Asano che credo sia uno dei miei mangaka preferiti in assoluto. I suoi lavori mi toccano sempre nel profondo, forse perchè sono così vicini alla mia generazione e alle sue problematiche, forse perrchè, semplicemente, riesce a delineare dei personaggi così complessi e delicatamente umani da portare il lettore ad un empatia immediata. Solanin a mio parere è una delle sue opere migliori e durante la lettura mi sono emozionato davvero.
EliminaBisogna assolutamente promuoverlo di più perchè è un autore che merita considerazione ed è dotato di un talento narrativo e grafico veramente fuori dal comune.
Un caro saluto e un abbraccio
A presto!
Matteo
Che manga che è Solanin!
RispondiEliminaRicordo che lo feci leggere alla mia ex: riuscii ad avvicinarla al mondo del manga grazie a questa opera...