domenica 10 novembre 2013

Valvoline 2.0





Nell’immaginario di chi, come me, è nato alle porte degli anni ‘90 e ama l‘arte in gran parte delle sue forme, il 900 è come un grande cassettone di nostalgiche fotografie di cui avremmo voluto far parte. Con la fantasia ho viaggiato avanti e indietro per questo secolo breve immaginando di vivere in altri decenni. La musica, in questo mio vagabondare mentale, è sempre stata una favolosa bussola, capace, in qualche modo, di identificare ogni epoca.
Sono cresciuto con il mito del Rock ‘n’ Roll, con il Cd di Blonde on Blonde che si consumava a furia di suonare, con gli Who, I Rolling Stones e i Beatles. Giovane Beat 2.0, sfrecciavo con la fantasia da New York a Frisco, come Sal e Dean in On the Road. In seguito mi sono addentrato negli anni 70’, il rock che si fa folle psichedelia, poi il progressive, che lo rende più intellettuale e artificioso. Gli ’80, l’epoca dei miei genitori, quella che per me è sempre stata “il tempo della disco music”, perché è così che loro me l’hanno sempre raccontata, prima di conoscere per mio conto la new wave, il punk, l’hardcore fino alle deflagranti distorsioni dei Sonic Youth e a tutto quello che viene dopo e che, almeno un po’, ho vissuto.
Ho spesso visto  il presente come un pantano e un’epoca noiosa. Mi sono guardato indietro molte volte, idealizzando il passato e tralasciando, malamente, quello che di interessante mi succedeva intorno. E’ sempre importante ricordarsi che questo è un errore e il 2013 ci offre un occasione in più per farlo, riportando alla nostra attenzione una vicenda di grande spessore creativo e di forte presa di coscienza sul proprio tempo. Iniziata  nell’83, conclusasi nell’90 e rifiorita proprio quest’anno. Sto parlando della reunion di Igort, Brolli, Mattotti, Carpinteri, Jori e Kramsky, i ragazzi di Valvoline Motorcomics.
Viaggiamo con la mente e andiamo all’83, in una Bologna post-movimento studentesco e fucina di sperimentazioni. In quel tempo, di cui sappiamo poco, spesso considerato come superficiale e glitterato, i Valvoline, si sentono come i futuristi. Sono un movimento d’avanguardia, vogliono rompere con il passato e rivoluzionare il mondo del fumetto e delle arti visive: “Come i ragazzi di via Panisperna non avevano scelta. O la bomba atomica o Valvoline” dichiara Igort.




Consumate le ideologie dei ‘60-’70, i Valvoline rivendicano il diritto di rompere, riassemblare e stravolgere il senso di quello che era stato. La loro produzione segue il rock ‘n’ roll forsennato dei Ramones  e il rancido punk dei Sex Pistol, c’è voglia di decostruire, di non crogiolarsi nel ricordo e nel revival del passato, di ritrovare un primitivismo energico, sincero, duro, contro i viaggi astratti della psichedelia e gli artifici del progressive. Come il movimento Cyberpuk, che, negli stessi anni, aveva unito Hight Tech e Pop underground, i Valvoline amano le contaminazioni, si ibridano con l’arte contemporanea e ne fanno parte. Le loro opere richiamano i movimenti artistici degli anni ’20 e contemporaneamente guardano alla  televisione, alle nuove tecnologie, al cinema, all’architettura, al design e alla letteratura,  anticipando l’esplosione della Graphic Novel e cambiando il modo di narrare per immagini.
Trent’anni dopo la prima esperienza Valvoline Motorcomics, il rientro è in grande stile. Già in  vendita  “Doctor Nefasto” di Mattotti, “Polsi Sottili” di Carpinteri e tra poco sarà disponibile anche “Sinfonia a Bombay”, rivisitate e edite dalla Cononino Press di cui Igort è direttore. 


Il passato non si può rinnegare, ci sono cose che ci hanno segnato e ci rimarranno per sempre dentro. Tuttavia non si deve guardare indietro con nostalgia e al presente solo con nichilistica disperazione. I ragazzi di Valvoline ci hanno insegnato che si può prendere il mondo, distruggerlo con forza e ricostruirlo, e questa reunion può essere una bella occasione per tenerlo a mente.

4 commenti:

  1. Bellissimo articolo!
    E con le prime righe mi hai quasi commosso... e ho capito che ho l'età per essere tuo padre (anzi, forse sono più vecchio di tuo padre! :-D ), ma hai anche guadagnato un sacco di punti, perché è fondamentale cercare "cosa c'era prima di", è un'operazione dalla quale una mente intelligente, quale è la tua, non può né deve prescindere.
    E sì, hai anche ragione nel ricordare che anche qui e ora ci sono un bel po' di cose belle e interessanti da fare, vedere, leggere, ascoltare, pensare.
    Ciò non toglie, a mio parere, che certe epoche/periodi siano fisiologicamente più ricche e floride di altre, non c'è nulla di male in questo, è solo la ruota della Storia che gira...
    Ti abbraccio paternamente :-D
    Orlando

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    1. Ciao Orlando!! Grazie per i complimenti e l'abbraccio paterno;)
      Si, sono ovviamente profondamente daccordo con te. Per comprendere bene l'espressione del nostro tempo è necessario fare un viaggio a ritroso, cercare i collegamenti con quello che c'era prima, confrontare, immergersi in altre epoche. L'inizio mi è venuto dalla mia passione per la musica. Alle superiori vivevo tra gli anni 60-70 e avevo una nostalgia di quel periodo, musicalmente parlando, quasi come se l'avessi vissuto. Ho visto che sei un fan sfegatato dei Beatles e su facebook condividi sempre contenuti musicali di un certo spessore, perciò credo che tu possa capire che intendo. Certi periodi sono troppo affascinanti, ti prendono dentro e ti cambiano, anche se , come me, non li hai vissuti, ma hai vissuto la loro espressione più bella, ovvero: arte, musica, letteratura etc etc ed è vero che in fondo ci sono epoche più floride e ricche di altre. Come dici tu è la ruota della stora che gira e la società che cambia, nelle sue produzioni e nei suoi desideri. Poi è chiaro, non si deve vivere con il rimorso del passato, ma riuscire ad apprezzare quello che c'è ora, magari anche confrontandolo con quello che c'era prima, capire la sua importanza per il presente e viverlo a pieno. Per questo secondo me è fondamentale apprezzare le nuove espressioni artistiche, i prodotti della "cultura bassa", "pop", quella che non è riconosciuta nelle accademie e nelle istituzioni e i nuovi mezzi con la quale essa si esprime, di cui il fumetto, tra l'altro, è sempre un canale privilegiato. Ed è questa l'idea fondamentalmente alla base del nostro blog;) Questa notizia sui valvoline mi ha fatto, ancora una volta, riflettere su queste cose ed è stato un pretesto per ricordare un'epoca e un approccio al proprio tempo che secondo me è importante e sono felice che l'articolo ti sia piaciuto Orlando;)
      Come sempre ti ringrazio per il commento e la partecipazione, sempre preziosa!
      Un abbraccio
      Matteo

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  2. Mi accodo al commento di Orlando, un magnifico post che trasuda passione. Grande Matteo, giovane e bello carico. Nonostante la mia età più avanzata ammetto di non conoscere l'esperienza della Valvoline Motorcomics ma solo alcuni lavori successivi dei suoi componenti. Mi documenterò. Grazie per lo spunto.

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    1. Grazie per i complimenti Dario! Anche io non conoscevo l'esperienza dei Valvoline, ma leggendo qualche articolo a cui sono arrivato per ricerche " limitrofe" la cosa mi ha interessato e mi sono un pò informato. Spero di riuscire a leggere a breve qualcosa di quel periodo nelle attuali ristampe Coconino;)
      Grazie per il commento e per l'aiuto che ci hai dato riguardo a Vincenzina. A breve contatteremo Giuseppe!
      A presto!
      Matteo

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