lunedì 7 aprile 2014

All by My Side. Hendrix al cinema






“La volta in cui ho bruciato la mia chitarra fu come un sacrificio. Si sacrificano le cose che si amano. Io amo la mia chitarra”
Per chiunque sia minimamente appassionato di musica rock, collegare questa frase al personaggio che l’ha detta è una cosa molto semplice, quasi banale.
Era il giugno del 1967 e nella cittadina di Monterey(California), aveva luogo il Monterey Internetional Pop Festival, l’evento che diede inizio alla cosiddetta “ lunga estate dell’amore”. Oltre ad essere il diretto precursore dello storico Woodstock del ’69, il festival di Monterey, fu il teatro di una delle esibizioni più devastanti e celebri della musica contemporanea: un chitarrista nero e mancino fece suonare la sua Fender Stratocaster come mai prima di allora. La suonò coi denti e dietro la schiena, la maltrattò, la strofinò contro l’asta del microfono, contro gli amplificatori e, infine, vi diede fuoco. Un misto di fiamme e fischi stridenti, mentre le mani che avevano suonato forsennatamente quello strumento per 40 minuti ora lo distruggevano contro il palco. Si chiudeva così la performance di Jimi Hendrix al festival di Monterey. Uno spettacolo selvaggio che ebbe risonanza in tutti gli Stati Uniti.  L a Fender di Hendrix, idolo sacrificale immolato sul palco, diventa la più straordinaria e potente icona del rock. E’ la consacrazione ufficiale di quello che sarà uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi.
Sono passati ormai molti anni dagli storici eventi di Monterey e molti ne sono passati anche dalla morte del loro protagonista, avvenuta  3 anni dopo, nel 1970, a soli 27 anni. Tuttavia, l’influenza musicale e mediatica di Jimi Hendrix è ancora  fortissima . Il suo personaggio rimane il simbolo di un’ epoca e, soprattutto, di un modo di approcciarsi all’arte. Un modo tutto viscerale, emozionale, quasi mistico, nella sua estasi e simbiosi con lo strumento. 


Hendrix è un mito senza tempo ed è proprio alla nascita di questo mito che è dedicato All by My Side, film di John Ridley, che ripercorre “l’anno della svolta”, quel 1966, dove Jimi, chitarrista semisconosciuto di Seattle, lascia il Greenwich Village di New York per partire alla volta di Londra e tornare negli States un anno dopo, pronto per la consacrazione di Monterey.
I 12 mesi Londinesi di Hendrix si concretizzano grazie ad un incontro fortuito, quello con Linda Keith, all’epoca compagna del grande Keith Richards, che, dopo aver sentito una sua esibizione al Cheetah Club di New York, gli presenta Chas Chandler, ex bassista degli Animals e suo futuro manager. Grazie a Chandler, Hendrix raggiunge Londra dove formò un trio insieme agli inglesi Noel Redding ( al basso) e Mitch Mitchell (alla batteria). Era nata la Jimi Hendrix Experience. I live londinesi furono un successo, l’attitudine selvaggia del gruppo lasciò di stucco musicisti già affermati come Clapton e Jeff Beck e, nello stesso anno, uscì il primo 45 giri contenente pezzi ormai passati alla storia come Hey Joe, Purple Haze e The Wind Cries Mary. Ciò che segue a questa storia, come abbiamo già accennato, è il ritorno in patria e l’inizio della brevissima e leggendaria carriera che porterà Jimi nell’olimpo della musica rock.
All by by my side è stato presentato in anteprima mondiale allo scorso Toronto Film Festival e approderà in Italia al prossimo Biografilm Festival di Bologna, in programma dal 6 al 16 giugno 2014, dove aprirà la manifestazione. Nel film  Jimi verrà interpretato da Andrè 3000, attore e cantante degli Outcast ,che, almeno fisicamente, possiede con lui una certa somiglianza.
Sono molto curioso di vedere questo film. Da amante sfegatato della musica rock,  Hendrix, è certamente tra gli artisti che ha maggiormente influenzato i miei gusti musicali. Con lui la distorsione diventa un’arte, il feedback non è più un suono fastidioso e lo stridore cacofonico, intrecciato con le melodie della chitarra elettrica, come in quel leggendario The Star-Spangled Banner suonato alla fine di Woodstock, assume la natura di un sublime connubio di potenza e delicatezza. Spero quindi che All by my side sia una buona occasione per partecipare, ancora una volta, dell’arte e della vita di un personaggio accecante nella sua creatività, eterno nella sua influenza e così effimero nella sua presenza terrena. D'altronde, come recita l’epitaffio sulla sua tomba: « la luce che brilla il doppio dura la metà».

3 commenti:

  1. Approvo molto la scelta di André 3000
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    1. Sicuramente la somiglianza è ottima, vedremo come si saprà calare nel personaggio;)

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  2. Ciao Dome! Grazie per le belle parole, sei sempre troppo gentile;) Questa notizia per me è stata molto interessante, anche se, come al solito, nelle trasposizioni cinematografiche di pezzi biografici così densi di significati e influenza si rischia sempre la banalizzazione del personaggio o l'eccessivo romanzamento della vicenda. Speriamo bene e grazie ancora per i complimenti che ricambio per quello che state facendo con Multiverso, grazie ai vostri aggiornamenti e segnalazioni sono sempre informato su un sacco di uscite interessanti;)

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