domenica 22 dicembre 2013

Semi di Futuro

Chiude oggi 22 Dicembre 2013, la mostra Semi di Futuro, inaugurata il 9 Ottobre presso la Triennale di Milano. L'esposizione gratuita curata da Luisa Collina, Paola Trapani con Federico Bucci indaga sul muoversi, l'abitare ed il lavorare nel 2033. Il progetto artistico ed il percorso multimediale sono stati curati dal notissimo Studio Azzurro, mentre la grafica è ad opera di Magutdesign.



La mostra propone una tematica interessante e nella storia delle istallazioni già più volte percorsa. Il futuro, le sue previsioni sono sicuramente un tema interessante, basti pensare al successo dell'Expo di New York del 1939 "The world of tomorrow", o quella più criticata del 1964. Prevedere il futuro o mondi futuribili è una delle maggiori influenze di tutta l'architettura degli anni '50, '60, '70, pensiamo ai gonfiabili, ai progetti degli Archigram o alle case dei coniugi Smithson. Il tema della fantascienza è senza ombra di dubbio una larga parte della nostra produzione cinematografica e letteraria.
Tornando, tuttavia, alla mostra Semi del Futuro, il mondo che si cerca di immaginare è quello tra 20 anni, una Milano futuribile che parte da progetti e visioni già esistenti, ma che si pensa avranno una forte influenza nel prossimo futuro. 



Il percorso si sviluppa lungo tre macroaree di interesse ed indagine. La prima riguarda la Mobilità, la seconda l'Abitare e la terza il Lavorare. Trasversali a queste tematiche le indagini specifiche di scenari futuribili si scindono in 4 tipologie di società/persone, espresse ed indagate attraverso i totem interattivi in vetro. I due assi di valori utilizzati per definire questi 4 spicchi di società, logicamente teorici, dato che la pratica è molto più variegata, sono da un lato le tecnologie, da endemiche a pandemiche, e dall'altro le tipologie di relazioni, da comunitare ad autonome. Gli scenari trasversali che si ottengono sono quindi: la Città governata, ovvero un gruppo fortemente legato ad un governo forte, che crede nel pubblico e utilizza tecnologie pandemiche; il gruppo simpaticamente chiamato dei "Mark Zuckerberg", geniali, individali ed autonomi; i Makers, ovvero i neoartigiani che prediligono il lavoro individuale con tecnologie locali ed infine il gruppo definito SLOC, dove la comunità prevede piccoli sottogruppi interni, fortemente connessi, che abitano una campagna tecnologica a livello endemico.
Questi scenari trasversali vengono rappresentati attraverso un totale di 12 totem in vetro (4 per ogni area), sui quali scorrono volti di milanesi futuri. Tramite un semplice gesto di può quindi interrogare questi futuri noi ed avere una breve descrizione di attimi del loro vivere in relazione alla macroarea dove ci si trova ed al loro gruppo di appartenenza. Contemporaneamente in prossimità del totem appaiono a terra proiettate in riquadri tratteggiati, delle animazioni che illustrano i vari racconti. Lo stile grafico è semplice e basilare, quello di uno schizzo, che non vuole rappresentare una certezza, ma solo delineare delle possibilità. 

Isetta, di E. Preti


Accanto alla parte maggiormente interattiva, quella dei totem, si sviluppano altre due linee guida che seguono due differenti metodi espositivi. Gli oggetti fisici, posizionati su pedane, illustrano delle memorabilia. Oggetti del passato, che costituirono ai tempi veri e propri semi del futuro. Tra questi vediamo Diamante, l'auto progettata da Giò Ponti, con carrozzeria in tessuto, o ancora il primo comuputer, la Mini Kitchen di Joe Colombo e tanti altri. Alle pareti invece troviamo una serie di immagini di progetti esistenti, i veri e propri semi di futuro, divisi in due tipologie. Le immagini imbrigliate in cornici rettangolari, ci propongono progetti esistenti e già affermati, ma che nel futuro avranno uno sviluppo sicuramente pregnante ed un ruolo fondamentale nella società. un esempio, all'interno della Mobilità, è costituito dall'Alta Velocità. Nelle cornici ovali, invece, sono riportati una serie di progetti esistenti, ma non diffusi, i quali possono costituire dei segnali di tendenze e tecnologie che verranno diffuse. Un esempio riguarda sicuramente i viaggi orbitali, ora possibili, ma improponibili a livello di costi, essi potrebbero diventare più comuni ed economicamente abbordabili anche se come servizio di lusso.



Semi di Futuro, mostra celebrativa del 150esimo del Politecnico di Milano, ha saputo quindi trattare un tema così ampiamente trattato, in modo sofisticato e in un certo senso realistico. La panoramica, gli scenari proposti, di cui non siamo qui entrati nel dettaglio, partono da elementi esistenti, segnali di progresso che già sono intorno a noi. Punta inoltre ad un futuro prossimo e non remoto con la consapevolezza che il nostro progredire deve avere dei limiti in emissioni nocive e di CO2. Si pone davanti ad una ricerca realistica, che vede nel mondo di domani un mondo elettrico, interattivo, dove la fabbrica torna in città, dove anche la fattoria entra nel tessuto urbano, un mondo realizzabile, un pò più verde e decisamente meno grigio.  

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